ESG e le nuove sfide

16 Mag 2022 | Sostenibilità digitale, Temporary manager

Luca Cotecchia

Luca Cotecchia

ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. Mai come in…

ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento.

Mai come in questo periodo storico la G di Governance ha una vitale importanza strategica per ogni azienda sia piccola che medio/grande. Il management aziendale con la figura del Temporary Manager ha davanti a se una delle sfide più importanti per quanto riguarda innovazione e pianificazione industriale.

Con l’aumento dei prezzi delle materie prime si rende sempre più impellente il bisogno di puntare su nuove tecnologie di produzione più sostenibili ottimizzando al massimo le risorse a disposizione.

 Il recupero e la trasformazione di scarti industriali è uno dei temi più importanti in ambiti industriali e di agricoltura. La rigenerazione di scarti agricoli in prodotti commercialmente utili è la sfida che riguarderà il nostro paese nei prossimi anni.

Il sistema agroalimentare italiano, pur colpito duramente dalle misure messe in atto per controllare l’andamento dell’epidemia, ha comunque assicurato l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare a tutta la popolazione, grazie allo sforzo degli operatori e all’intervento delle istituzioni. Il valore della produzione dell’insieme di agricoltura, silvicoltura e pesca è pari a 61,6 miliardi di euro correnti. L’Italia, nel 2019, si è collocata al primo posto della classifica europea per valore aggiunto agricolo, superando ancora una volta la Francia (31,3 miliardi). Su un totale stimato per l’UE pari a 188,7 miliardi di euro, l’Italia ha contribuito per il 16,8%, la Francia per il 16,6%, la Spagna per il 14,1% e la Germania per l’11,2% (fonte: www.Crea.gov.it).

Sprechi industriali e suoi recuperi

In Italia sono andati persi o sprecati, nel 2019, oltre 5,5 milioni di tonnellate di prodotti lungo la filiera agroalimentare.

Le perdite e gli sprechi di cibo (indicatore ufficiale: Food Losses and Waste – FLW) valgono circa 10 miliardi di euro corrispondenti allo 0,55% del PIL nazionale, un valore destinato ad aumentare se si considerano anche i costi legati al consumo di acqua e suolo e all’impatto ambientale dovuti alla produzione, trasformazione, confezionamento, conservazione e trasporto dei beni alimentari.

Secondo la FAO (Food and Agriculture Organization) il 14% di tutto il cibo prodotto è perso tra il raccolto e la filiera di trasformazione. La FAO evidenzia che lo spreco non è solo economico ma anche di risorse ad alto impatto ambientale. Si stima infatti che 75 miliardi di metri cubi di acqua usati per produrre e vegetali vadano persi. La perdita di prodotti orto-frutticoli corrisponde ad una perdita di 912 Trilioni di Kilocalorie e nutrienti che non arriveranno mai al consumatore finale. 715 milioni di ettari di terra vanno sprecati per perdite nella produzione di carni e prodotti animali.

Per combattere gli sprechi alimentari in Italia è attiva da tempo la legge 166/2016 (“Legge Gadda”) per una redistribuzione delle eccedenze alimentari in modo più sostenibile.

Le possibilità per le aziende o per le nuove start-up di poter lavorare su scarti industriali alimentari sono molto alte. Ragionare in ambiti di economia circolare e sostenibilità è la strada giusta per dare al nostro Paese un vantaggio competitivo importante per la rigenerazione di nuovi prodotti commercialmente utili. Si auspica di poter creare contratti di rete su realtà organizzate per la riconversione e riutilizzo di scarti industriali in particolar modo gli scarti agricoli.

Pianificazione in Italia

Il Ministero dello Sviluppo Economico si sta attivando per dare incentivi a sostegno della competitività delle filiere industriali strategiche del Paese. L’obiettivo è di realizzare 40 nuovi progetti d’investimento attraverso i contratti di sviluppo tra aziende al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni. A disposizione ci sono circa 2,2 miliardi di euro per numerosi settori coinvolti.

Interessanti investimenti arrivano dal fronte di recupero scarti industriali per quanto riguarda le agevolazioni di spesa su macchinari o progetti sostenibili e di economia circolare. Già nel 2020 il Sole24h si auspicava una politica nazionale a merito della gestione rifiuti (https://www.ilsole24ore.com/art/ci-sono-tutte-analisi-una-politica-rifiuti-vera-ADOi8i0) .

Il Circular Economy Network (Fondazione Sviluppo Sostenibile https://www.fondazionesvilupposostenibile.org/) ha più volte confermato che l’Italia può perdere il suo ruolo senza investimenti e regole sicure sul mercato del riciclo.

La figura di Temporary Managers specializzati coinvolti in progetti sostenibili risulta molto importante per ogni azienda. La competitività sul mercato si realizza anche da una pianificazione accurata delle risorse presenti e delle reali possibilità aziendali.

Gli scarti agricoli industriali sono il focus principale dei nuovi investimenti e progetti anche del PNRR. A trattare di sostenibilità e di economia circolare è essenzialmente la missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può infatti essere uno strumento fondamentale per accelerare con decisione in questo percorso, ponendo le basi per un futuro all’insegna della crescita sostenibile.

AUTORE

Luca Cotecchia
Ha conseguito una Laurea Magistrale in Biotecnologie Agro-Vegetali, una Laurea specialistica in Biotecnologie Agro-Industriali presso l’Università degli studi di Napoli Federico II; un MSc in Agriculture presso l’University College of Dublin in Irlanda. Durante la sua carriera ha lavorato 10 anni all’estero dove ha sviluppato competenze in ambito Agro-Farmaceutico, Agro-Alimentare e Biotecnologie Industriali. Al momento è un Consulente di Direzione per Organizzazione e Sviluppo aziendale pronto ad aiutare aziende nei settori Agro-Alimentare ed Agro-Farmaceutico. Luca è uno dei 10 vincitori del Nord-Est del premio “Giovane Manager 2019 under 40” di Federmanager.

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