Mi chiamo Ettore Cambise, ho 67 anni e dal 2015 sono il Presidente di CDi Manager, società di scopo di Federmanager per le politiche attive.
Vi chiederete: come può un ultrasessantenne occuparsi di innovazione, una materia che sembra adatta solo ai giovani? Vi rispondo che in realtà l’innovazione non ha età, anche perché richiede esperienza e competenze in diversi campi, per acquisire le quali. i capelli diventano bianchi.
Io sono un “abitudinario” curioso. E la curiosità mi ha sempre spinto a cambiare le mie abitudini e riorganizzare i processi, una attitudine molto utile per le aziende in cui si lavora.
Mi sono laureato in Ingegneria Elettronica nel 1975 con una tesi in telecomunicazioni che riguardava la riduzione di ridondanza nel messaggio facsimile. Dopo averla completata mi colpì il fatto che gli algoritmi che avevo sviluppato richiedevano lo spazio di un UNIVAC 1100, ospitato in una ampia sala climatizzata della facoltà di Ingegneria.
Mi chiedevo che utilità avrebbero potuto avere, visto che i fax dell’epoca avevano la dimensione di una scatola. La risposta l’ho avuta dieci anni dopo, quando con l’avvento dei microprocessori, gli algoritmi poterono tranquillamente funzionare dentro un fax commerciale. L’innovazione quindi è un qualcosa che si propaga e si combina con altra innovazione, fino a raggiungere un risultato.
Un’altra esperienza molto significativa in termini di innovazione l’ho avuta nei primi anni ’80, da giovane ingegnere, quando proposi all’azienda aeronautica Agusta un approccio nuovo per lo sviluppo del software di missione di un elicottero antisommergibile. Sviluppare un software di bordo ha costi molto elevati, legati alla affidabilità che deve garantire, per non parlare dei problemi che insorgono al momento dell’integrazione con la piattaforma elicottero e con i sensori di bordo. Per cui avevo elaborato due proposte. La prima prevedeva l’uso di un simulatore che animava un mock-up dei posti degli operatori a bordo dell’elicottero. L’equipaggio eseguiva una missione sul simulatore mettendo in evidenza tutte le problematiche su cui intervenire, e a quel punto si procedeva con lo sviluppo del software. La seconda prevedeva un Integration Rig, che riproduceva le interfacce dei diversi sensori sul sistema che collegava tutti gli apparati di missione. In questo modo si risolvevano i problemi di comunicazione e di integrazione lavorando comodamente in laboratorio. Il mio approccio ha portato al successo del progetto, che è stato realizzato nei tempi e nei costi, e ancora oggi usa l’EH101.
Successivamente ho cambiato diversi incarichi, impegnandomi anche come rappresentante sindacale, sempre con un occhio attento all’innovazione. Recentemente, in Federmanager, sono stato Coordinatore del team che ha realizzato il Disciplinare per la Certificazione delle competenze manageriali. Il disciplinare è stato adottato dal RINA, oggi ci sono più di 300 manager certificati.
Come Presidente di CDi Manager opero infine per offrire alle piccole e medie imprese italiane dei Temporary manager che possano aiutare gli imprenditori ad affrontare le sfide della digital transformation e della globalizzazione.
Fare innovazione in fondo è il risultato di un’attitudine a guardare il mondo, per capire come si possono fare meglio le cose.