Le Biotecnologie: un’opportunità per imprese più sostenibili

31 Ago 2020 | Business digitali, Innovazione digitale, Sostenibilità digitale, Temporary manager

Luca Cotecchia

Luca Cotecchia

Scritto da: Luca Cotecchia – Consulente di Direzione per Organizzazione e Sviluppo aziendale

Nuovi Manager, Nuovi Standard

La nuova crisi economica del mercato del lavoro ha aperto la crescita in modo esponenziale al lavoro autonomo, ai free-lance e alle start-up. Queste ultime sono sempre più interessate a tematiche come sostenibilità, innovazione e green.

Le opportunità rappresentate dall’economia circolare sono di forte interesse per le imprese in termini di crescita e sviluppo, anche a fronte dei 620 milioni di euro messi a disposizione dal MISE per processi o prodotti sostenibili.

L’intera industria del Biotech italiano si sta rivelando indispensabile per raggiungere obiettivi importanti a livello industriale. La produzione di biomassa e di composti bioattivi per la tecnologia di bioreattori rappresenta, ad esempio, il futuro della Green Economy auspicata anche a livello europeo. La richiesta di fornitura sostenibile di biomassa da pianta e da molecole a valore aggiunto (es. proteine ed enzimi industriali) ha generato considerevoli sforzi per trovare vie alternative alla loro bio-produzione.

New Technologies

I campi dell’Agro-alimentare e dell’Agro-farmaceutica saranno quelli di maggiore interesse nei prossimi anni dato che saranno rivoluzionati dalle attuali tecnologie emergenti. Una di queste è la tecnica del CRISPR-Cas9 nell’ambito delle Green Biotechnology. Per Green Biotechnology si intende quell’insieme di particolari tecnologie utilizzate per modificare geneticamente le piante al fine di produrre soluzioni environmental friendly in agricoltura, come alternativa alla tradizionale agricoltura, orticoltura e processi di incroci. 

La tecnica del CRISPR non prevede inserzione di geni specifici, come per la creazione di OGM, ma ha lo scopo di poter silenziare sequenze geniche già interne al genoma stesso dell’organismo.

Per capire il loro funzionamento, si può fare il paragone con un mixer illuminazione dove si ha la possibilità di accendere/spegnere degli interruttori a cui fanno capo delle luci (in questo caso sequenze geniche). La United States Department of Agriculture (USDA) ha confermato che la tecnica CRISPR/Cas9 può essere utilizzata in agricoltura per miglioramento delle colture (Waltz, 2018). In Europa la tecnica è ancora al vaglio della Commissione Scientifica Europea.

EU Strategy

Se la Commissione Scientifica Europea desse parere positivo seguendo le orme della USDA, si prospetterebbero scenari inediti e ancora tutti da esplorare, per le aziende nei settori dell’Agro-alimentare e dell’Agro-farmaceutica. Basti pensare alle opportunità di avere piante resistenti a parassiti semplicemente “spegnendo” la possibilità di poter essere attaccate da quel parassita stesso. In questo modo la resa in campo sarebbe di sicuro più interessante ed elevata e con uso assolutamente inferiore di pesticidi.

I fattori critici di successo in Italia sono a mio modo di vedere molteplici: principalmente verso il mercato dei prodotti e secondariamente verso i clienti. Culturalmente la questione è delicata in quanto ancora persiste ancora una diffidenza verso i prodotti non OGM. A mio parere, però, i tempi sono maturi per una discussione generale sulla biosicurezza in ambito alimentare.

La Green Economy incide su diversi mercati. Se la tecnica del CRISPR-Cas9 fosse comunicata adeguatamente, potrebbe generare grandi benefici per tutto l’indotto delle Biotecnologie in Europa. Una maggiore sensibilizzazione porterebbe ad avere un consenso generale alla fase di sperimentazione di prodotti con alte caratteristiche agronomiche.

La commissione Europea ha la possibilità di dare slancio e di guidare il settore in Europa, dando consenso positivo prima che i prodotti americani e cinesi invadano il mercato senza una vera e propria regolamentazione come già successo in passato.

Il Green Deal proposto dalla Presidente Ursula von der Leyen dopo l’insediamento della nuova Commissione rappresenta un punto di svolta nella strategia comunicativa dell’Unione Europea. Un minore uso di pesticidi è possibile solo grazie all’avanzamento delle Biotecnologie.

New challenges

Le prossime sfide nel mondo Agro-Alimentare ed Agro-Farmaceutico vedranno professionisti, ricercatori e manager lavorare per migliorare il settore aumentando la sostenibilità, portandola a livelli molto alti.

Una delle possibili soluzioni potrebbe essere rappresentata da un Temporary Manager, che sia in grado di avere conoscenze tecniche di industria e di standard industriali e che possa fare da tramite tra le aziende e le università. Portare avanti progetti così specializzati “a tempo” è un fattore vitale per tutte le aziende che vogliono investire sul futuro in progetti R&D.

Un Temporary Manager in questo ambito dovrà, a mio parere, avere sempre più conoscenze ibride anche di standard industriali.

In ambiti di Agro-Farmaceutica e Nutriceutica, gli standard classici come il British Retail Consortium (BRC) o le ISO sono sulla strada del tramonto. Con le nuove tecnologie a disposizione emerge sempre più la richiesta di standard operativi ibridi tra un BRC ed FDA (Food and Drug Administration). All’estero il BRC è già superato da grandi gruppi come TESCO, Marks & Spencer, Waitrose etc. avendo essi stessi degli standard interni per i principali fornitori.

Temi come la “biosicurezza” del cibo iniziano ad essere fortemente considerati a livello politico europeo. Di conseguenza gli standard nazionali ed internazionali potrebbero introdurre delle novità che potrebbero interessare tutto il settore Green Biotech.

Ci aspettano rivoluzioni in ambito agroalimentare che spaziano dalla pianificazione all’uso degli scarti industriali in agricoltura per bioedilizia/bio-design. Tali sfide sarebbero impossibili da affrontare senza un professionista o un Manager in azienda, che capisca le difficili logiche di sostenibilità che nei prossimi anni potremmo trovarci di fronte.

Un Temporary Manager con queste capacità potrebbe garantire competitività sul mercato alle aziende valutando investimenti in aree tecnologiche nuove o proponendo progetti ibridi di sicuro interesse commerciale nel mercato stesso.

AUTORE

Luca Cotecchia
Ha conseguito una Laurea Magistrale in Biotecnologie Agro-Vegetali, una Laurea specialistica in Biotecnologie Agro-Industriali presso l’Università degli studi di Napoli Federico II; un MSc in Agriculture presso l’University College of Dublin in Irlanda. Durante la sua carriera ha lavorato 10 anni all’estero dove ha sviluppato competenze in ambito Agro-Farmaceutico, Agro-Alimentare e Biotecnologie Industriali. Al momento è un Consulente di Direzione per Organizzazione e Sviluppo aziendale pronto ad aiutare aziende nei settori Agro-Alimentare ed Agro-Farmaceutico. Luca è uno dei 10 vincitori del Nord-Est del premio “Giovane Manager 2019 under 40” di Federmanager.

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