Scritto da: Gianpiero Negri – Responsabile operativo e coordinamento/Content Creator in CDigital , esperto Area Business Modeling
Digital Automation Week (27nov- 4dic) è un evento organizzato da Siemens sul tema della Trasformazione Digitale in ambito Automation. L’iniziativa è particolarmente interessante per le soluzioni tecnologiche offerte, ma soprattutto perché affronta questioni molto attuali e dibattute: in primo luogo la scelta di innovare nel quadro della crisi causata dalla pandemia e, in secondo luogo, il rapporto tra tecnologia e beneficio per le aziende. È stato sottolineato come la tecnologia non genera automaticamente del valore, a meno che non sia affiancata da un piano strategico e organizzativo, che consideri attentamente l’impatto delle competenze. A tale proposito, consideriamo utile un confronto con la nostra esperienza di temporary manager a fianco delle PMI nella realizzazione di progetti di trasformazione digitale.
Trasformazione digitale: le ragioni del cambiamento
Venerdì 27 novembre è iniziato Digital Automation Week, un evento organizzato da Siemens, dedicato alle nuove soluzioni a disposizione delle imprese italiane, in particolare delle PMI, sensibili al tema della Trasformazione Digitale. Nel corso della prima giornata è stata presentata un’ampia panoramica dell’offerta di soluzioni proprietarie per il settore dell’automazione e sono state affrontate anche diverse questioni legate alla scelta di innovare: ha senso pensare ora all’innovazione? Perché proprio in questo momento? È necessario coinvolgere i collaboratori tenuto conto dell’attuale situazione di emergenza?
“Il futuro è fatto di innovazione e velocità: il pesce veloce mangia il pesce lento”
L’esperienza e anche gli studi delle grandi società di consulenza sottolineano che le tecnologie digitali rappresentano oggi un fenomeno dirompente capace di rimettere in discussione gli equilibri competitivi. Attendere il ritorno al passato è un’aspettativa vana: occorre far posto ad una rinnovata capacità di interpretare i nuovi bisogni del mercato e puntare sulle tecnologie e i modelli di business più promettenti. Il mercato premierà non chi è grande, ma chi si adatterà più velocemente alle nuove condizioni.
I trend emergenti
Oggi sempre di più si parla di sicurezza, connettività, digital experience, cloud, blockchain, simulazione e visualizzazione e di molte altre tecnologie cosiddette abilitanti. In particolare alcuni studi mettono in evidenza che l’Edge computing, l’Augmented Reality e l’Artificial Intelligence avranno un ruolo decisivo.

Le tecnologie digitali non sono sufficienti a generare maggiore redditività: occorre una chiara visione strategica e di business, che guidi la trasformazione digitale nell’organizzazione.
“La tecnologia di per sé non ha molto significato se non è finalizzata a un obiettivo”
Come è stato argomentato dai relatori intervenuti, “la tecnologia di per sé non ha molto significato se non è finalizzata a un obiettivo”. Occorre ragionare in modo concreto su ciò che si vuole realmente migliorare. “Ai miei clienti – riprendendo un passaggio degli interventi – chiedo sempre: quali sono i vostri più grossi mal di testa? Su che cosa vorreste agire? Sulla flessibilità, la riduzione del time-to-market, l’aumento di produttività?”
Queste sono certamente le domande di partenza. In un approfondimento successivo si identificheranno gli obiettivi specifici da raggiungere in un progetto iniziale di digitalizzazione o in un percorso di trasformazione digitale già in atto. Ad esempio si potrebbe agire sulla riduzione della dimensione minima dei lotti, o abbattere i tempi di sviluppo, o ancora lavorare sul tempo di messa di servizio delle attrezzature, o sui problemi di qualità.
Tuttavia, non si ripete mai abbastanza il fatto che l’innovazione diventa davvero profittevole quando l’obiettivo è di carattere strategico e non si adagia unicamente sulla logica del risparmio: alla base ci deve essere sempre la consapevolezza che l’innovazione è l’unica via per intercettare le nuove opportunità di business in un mercato sempre più incerto e mutevole.
Trasformazione digitale e competenze
Nel corso degli interventi è stato ricordato come il fattore centrale per innovare in azienda sono le persone: “L’iniziativa può partire da imprenditori illuminati che hanno progetti e sanno convincere i tecnici. A volte invece è la parte IT (Information Technology) od OT (Operational technology) che capisce le potenzialità. Quello che conta alla fine è la convinzione di gruppo”
Il beneficio offerto dall’innovazione diventa effettivo quando il cambiamento tecnologico è accompagnato da un adeguamento delle competenze delle persone che devono gestire i nuovi sistemi e, per farlo, spesso devono cambiare radicalmente il loro metodo di lavoro. È importante quindi curare l’aspetto della comunicazione interna ed esterna, gestire il coinvolgimento effettivo delle persone (ad esempio attraverso l’utilizzo di metodologie Lean) e progettare l’introduzione di benefit e incentivi collegati al miglioramento delle competenze digitali e alla valorizzazione delle soft skills.
“Quello che conta è la convinzione di gruppo”
Sul fronte delle competenze, recentemente in occasione del World Economic Forum (“The Future of Jobs Report 2020”, Oct 2020) è stato sottolineato come la domanda di nuove professionalità emergenti diventerà centrale nei nuovi sistemi organizzativi e non potranno essere coperte totalmente dalle risorse interne. Per il futuro sarà dunque importante prevedere dei piani di formazione di medio termine delle competenze necessarie per sostenere la trasformazione digitale.

Inoltre, soprattutto per le PMI, sarà utile esplorare nuove forme di collaborazione con soggetti esterni, fornitori, partner, clienti o all’interno dei nuovi ecosistemi dell’innovazione. Un esempio è dato dai Digital Innovation Hub, o dai centri tecnologici, quale il Digital Enterprise Experience Center di Piacenza, dove le aziende possono fare sperimentazione pratica e personalizzata sulle proprie esigenze.
Una nuova opportunità dall’offerta di servizi di temporary management
La ricerca di obiettivi chiari, l’arricchimento della rete di collaborazioni, l’aggiornamento delle competenze, la gestione delle risorse umane, effettuati seguendo l’approccio sopra descritto, sembrano dettati dalla necessità e dal buon senso, ma sarebbe un errore considerarli un fatto scontato o un processo lineare. Grazie alla loro flessibilità e intraprendenza le imprese italiane hanno dimostrato di saper affrontare tali questioni, agendo con senso pratico, valutando con attenzione i progetti di innovazione in base all’effettiva redditività, o compiendo piccoli passi successivi, senza avventurarsi in piani sovradimensionati e costosi.
“Piccoli passi nella giusta direzione”
Questa è la filosofia che adottiamo anche nella nostra Community CDigital, costituita da Temporary Manager, che operano fianco a fianco alle persone all’interno dell’azienda, come nel caso di Fit4TheFuture un Programma, a livello nazionale di 12 interventi di ammodernamento e innovazione digitale gestito da CDi Manager, finanziato totalmente da 4Manager, Ente bilaterale per le politiche attive del lavoro di Confindustria e Federmanager.
Non basta ideare o implementare tecnologie: ci assicuriamo che i progetti diventino un “fatto organizzativo”, un elemento incorporato e vivo nei processi e nelle modalità di lavoro delle persone. Per sua natura il Temporary manager è un realizzatore ed una guida per il team che gli viene affidato.
